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Lo scorso 25 aprile è stata annunciata la prima Barbie con sindrome di Down, da aggiungersi alla linea Fashionistas, la più inclusiva della Mattel. Ma come è stata realizzata?

Linea Fashionistas: l’origine dell’inclusività Barbie
La rivoluzione firmata Barbie inizia nel 2016, con la Linea Fashionistas.
Si tratta della prima collezione di bambole che rappresenta diverse corporature, più vicine alla quotidianità e meno agli stereotipi della bambola “perfetta”, fino ad allora incarnati da Barbie.
Le Barbie Fashionistas hanno 9 fisicità differenti, tra cui curvy, tall e petite, 35 tonalità di pelle, 22 colori di occhi e oltre 94 di capelli.

La famosa bambola dalla chioma bionda si è fatta sempre più promotrice di valori come inclusività ed educazione alla diversità.
E come spiega Lisa McKnight, Global Head di Barbie and Dolls:
“È importante che i bambini si vedano riflessi nel prodotto e che allo stesso tempo siano incoraggiati a giocare anche con bambole che non gli assomiglino. Questo li aiuta a capire e a celebrare l’importanza dell’inclusione.”
La mission è diventata nel tempo permettere alle bambine di tutto il mondo di identificarsi in Barbie, nelle sue varie sfumature e particolarità. In modo da far sentire ognuna di loro speciale, importante, rappresentata.
Allo stesso tempo, sostiene Lisa McKnight, si cerca di stimolare i più piccoli nello sviluppo dell’empatia. Come? Attraverso il gioco.
Secondo uno studio condotto da alcuni neuroscenziati dell’Università di Cardiff, infatti, giocare con le bambole attiva aree del cervello che permettono di sviluppare capacità come l’empatia.
E in questo Barbie ha un ruolo principale. Perché non aiuta solo a sentirsi rappresentati. Ma incentiva i più piccoli anche a giocare con bambole diverse e lontane dalla propria realtà.
In questo modo è possibile scoprire il mondo e le sue preziosi sfaccettature, accettando e celebrando le diversità fin da piccoli.
Come spiega Andrea Ziella, Head of Marketing & Digital di Mattel Italia,
“Vogliamo raccontare più storie possibili, vogliamo che tutti possano trovare una bambola che li rappresenti. È questa la direzione: gli stereotipi vanno superati.”
E gli stereotipi vengono abbattuti da Mattel sempre più.
Un ulteriore passo avanti viene fatto con la nuova Barbie, la prima in assoluto a rappresentare una sua versione con sindrome di Down.
Perché “l’inclusività è tutto”, come cita la descrizione che accompagna il suo lancio.
La prima Barbie con sindrome di Down
Barbie continua il suo percorso verso l’inclusività e la rappresentazione, cercando di dar voce a tante realtà che coesistono perfettamente, come simbolo di un universo – quello di Mattel – che tiene in considerazione tutti, nessuno escluso.
Così, dopo la prima Barbie non udente, Ken sulla sedia a rotelle e le nuove fisicità “curvy”, è il momento della prima Barbie con sindrome di Down.

Ancora una volta, lo scopo è duplice: permettere a bambini e bambine con la medesima sindrome di sentirsi rappresentati, e portare anche tutti gli altri a giocare con una bambola nuova, lontana da loro.
In questo modo, Barbie vuole spingere a normalizzare le diversità, abbattendo i confini e riducendo le distanze: siamo tutti uguali, e i bambini – attraverso la bambola – ne sono consapevoli fin da piccoli.
Barbie è per tutti, e con le sue diversità vuole stimolare l’immaginazione dei più piccoli, in grado di poter sognare qualsiasi cosa.
La bambola
Per la realizzazione della Barbie, Mattel ha collaborato con National Down Syndrome Society (NDSS), associazione statunitense che offre supporto alle persone con sindrome di Down.
In tal modo, è stato possibile rappresentare in modo accurato e realistico le persone con tale sindrome. Barbie non perde la sua distintiva chioma bionda, ma il suo busto diventa più lungo, il viso più rotondo e le orecchie più piccole.
Anche la forma degli occhi cambia. E così, la rappresentazione diventa più accurata.

Spiega Kandi Pickard, presidente e CEO di NDSS:
“Questo significa molto per la nostra comunità, che per la prima volta può giocare con una bambola Barbie che le somiglia.”
Prosegue:
“Questa Barbie ci ricorda che non dovremmo mai sottovalutare il potere della rappresentazione. È un enorme passo avanti per l’inclusione.”
Tutti i dettagli della nuova bambola firmata Mattel sono stati curati nei minimi dettagli.
Il vestito della Barbie riprende delle farfalle, e colori come il giallo e il blu, utilizzati durante la giornata dedicata alla consapevolezza sulla sindrome di Down.
Si tratta di simboli di grande importanza e valore per la comunità.
La bambola indossa anche una collana, con pendente rosa: le tre frecce verso l’alto rappresentano le tre copie del cromosoma 21, il materiale genetico che causa le caratteristiche associate alla sindrome di Down.

Barbie ora ha anche dei plantari alla caviglia – rigorosamente rosa – a completare il suo look, dal momento che molti bambini con tale sindrome li usano per supportare piedi e anche.

Infine, i palmi delle sue mani hanno una sola linea: caratteristica comune nelle persone con sindrome di Down.
Il lancio
“Siamo fieri di introdurre la prima Barbie con sindrome di Down, in modo da riflettere ancor di più il mondo che ci circonda attraverso il gioco.”
Queste sono le parole di Lisa McKnight ad accompagnare il lancio della nuova versione di Barbie.
La promozione è avvenuta attraverso i principali canali social: Instagram, TikTok e YouTube.
Su Instagram è apparso un Reel con una raccolta di diverse testimonianze.
Adulti e bambini, accompagnati dalle loro Barbie, mettono in luce quanto il gioco – fin da piccoli – aiuti ad accettare le diversità presenti nel nostro quotidiano, e ad aprire la propria mente e il proprio cuore.
Barbie continua il suo viaggio verso l’inclusività, e lo fa grazie a una nuova bambola che arricchisce l’universo Mattel.

Il reel ha raccolto – fino a ora – oltre 1 milione di visualizzazioni, e quasi 50 mila like, con 1.000 commenti: un riscontro davvero grande, segnale di una novità molto apprezzata dal pubblico.
Sul profilo YouTube di Barbie Life, invece, un video mostra vari bambini e bambine, affette da sindrome di Down, scoprire per la prima volta la nuova bambola.
Il loro entusiasmo è accompagnato dalle parole delle famiglie, felici del passo avanti di Barbie verso l’inclusività.
Il video conta al momento oltre 100.000 visualizzazioni in pochi giorni.
I Global Ambassador di Barbie
A contribuire al successo mediatico della nuova Barbie è stata anche la strategia di Influencer Marketing portata avanti da Mattel per la promozione.
Per il lancio, infatti, sono state coinvolte Influencer con sindrome di Down di tutto il mondo, che hanno raccontato le prime impressioni sulla nuova Barbie alla propria rete di followers.
Tra le altre, Ellie Goldstein nel Regno Unito, prima modella con sindrome di Down ad essere apparsa sulla copertina di importanti riviste, come Vogue.
Ellie si è detta entusiasta e orgogliosa della novità in casa Barbie, come ha scritto in un post Instagram presente sul suo profilo.
“Sono orgogliosa che Barbie abbia scelto me per mostrare al mondo la bambola. La diversità è importante, le persone devono vedere chi è come me essere sempre più visibile nella società. E Barbie aiuta ciò ad accadere.”

Ellie ha raccontato le emozioni provate dopo aver visto per la prima volta la nuova Barbie anche in uno dei programmi TV più celebri del Regno Unito, “This Morning”.
Per l’occasione, ha presentato anche al pubblico a casa la nuova Barbie.
Successivamente, uno spezzone della sua intervista è stato pubblicato sull’account Instagram, che vanta su Instagram quasi 3 milioni di followers.
Il video ha raggiunto in poche ore 1 milione di visualizzazioni, e oltre 20 mila like.
Ma non si tratta dell’unico programma tv nel quale la nuova Barbie ha fatto il suo ingresso.
In una puntata di “Good Morning America” – il celebre programma tv statunitense – Kayla McKeon, rappresentante della NDSS, ha spiegato le caratteristiche della bambola e quanto questa sia importante per la comunità.
“ Avere una Barbie con sindrome di Down aiuta molto a sentirci rappresentati. Non vedo l’ora che le persone abbiano tra le loro mani una bambola che è proprio come me.”
In Italia Mattel ha scelto come ambassador Luca Trapanese con la figlia Alba. Si tratta del papà single che nel 2018 ha adottato una bambina con sindrome di Down.
Luca ci ha tenuto a precisare che la sua collaborazione con Mattel Italia non è stata retribuita, e ha regalato alla piccola Alba una grande emozione: avere una bambola, gratuitamente, nella quale riconoscersi.
L’uomo ha condiviso l’emozione di questo “giorno speciale”, come lui lo definisce, attraverso un post Instagram e un video su TikTok, che hanno raccolto complessivamente 70 mila ‘mi piace’.

Queste, le sue parole:
“Quando ci ha contattati Mattel ho subito ritenuto che il messaggio sociale fosse potente: per una bambina disabile riconoscersi in un giocattolo è molto importante. Alba subito si è riconosciuta nella nuova Barbie, di cui è testimonial ufficiale.”
Conclusione
In conclusione, è evidente quanto Barbie dimostri – sempre più – il suo impegno nel celebrare l’inclusione e la diversità del mondo, attraverso il gioco e le varie bambole della sua collezione.
Così, di volta in volta la linea Fashionistas si arricchisce di nuove rappresentazioni di Barbie, di nuove visioni della celebre bambola. Visioni che permettono di sentirsi parte dell’universo Mattel, e che convincono il pubblico.
La diversità è importante, e va celebrata. Perché siamo tutti diversi, unici. E questo, Barbie, lo sa bene.
