Non ti va di leggere? Prova ad ascoltare l'articolo in modalità audio 🎧 |
Prima di rispondere al domandone, oserei dire “per un pugno di dollari”, tanto per mandare in crisi le vostre associazioni mentali, vorrei partire dal concetto singolo di copywriter. Il punto di partenza non è cosa fa lo UX copywriter ma cosa è un copywriter.
Il copywriter è una sorta di figura mistica a metà strada tra il cantore/poeta e il veggente. Questa definizione, mi ricorda Omero, un personaggio di cui non si ha certezza dell’esistenza ma che ha saputo con maestria riportare delle storie. I suoi racconti sono stati il frutto di un mix di fatti reali e particolari sapientemente arricchiti da un’inconsueta fantasia.
L’arte dello ux copywriter
Il mestiere del copywriter non è molto lontano da quello del sarto. Lui, infatti, cuce i pezzi di stoffa per imbastire un racconto. Allo stesso tempo, il copywriter potrebbe definirsi anche un artigiano o un designer che costruisce un tavolo o una sedia per rispondere a specifiche esigenze. In questa accezione, come si può dedurre, arriviamo al termine “UX copywriter”.
L‘acronimo UX sta per user experience. Di conseguenza, il copywriter cerca di migliorare l’esperienza di lettura e di comprensione del testo dell’utente. La definizione, ci porta così a distinguere la differenza di intenti tra un semplice copywriter e uno UX copywriter. Lo UX copywriter, infatti, scrive per rispondere a delle domande dell’utente.
Differenza tra copywriter e UX copywriter
Dalla distinzione tra le due figure professionali, si delinea la differenza tra copy e microcopy. Un semplice copy scritto da un copywriter può avere una lunghezza senza limiti, con il tono di voce che si vuole, in base al contesto in cui è calato.
Diversamente, un microcopy è così chiamato perché è un micro testo. Le sue caratteristiche sono la brevità, la chiarezza, la semplicità e l’utilità perchè avendo come unico tono di voce quello informativo deve dare delle soluzioni a chi utilizza un’app o ha bisogno di delucidazioni immediate e semplici.
L’importante è non perdere la caratteristica dell’umanità e dell’inclusione per quanto debba essere conciso e diretto. Il microcopy nasce dall’esigenza di prevenire e quindi soddisfare le possibili domande di un utente che naviga un sito o che sta facendo un acquisto online.
Esempi di microtesti
Esempi concreti di microtesti sono i messaggi di errore o di benvenuto, i pulsanti, le call to action, la compilazione di un form. Nell’immagine sotto, possiamo vedere come Netflix ha cercato di rendere il suo microcopy rassicurante.
Infatti è stato indicato il numero dei passaggi per completare l’azione. A ciò, si è voluto aggiungere la presa di posizione del brand nel risparmio di tempo rispetto alle procedure burocratiche, sinonimo di lunghezza dei processi e perdita di tempo.

Anche Mc Donald’s ha voluto adattare il suo microcopy al periodo di restrizione covid e alle esigenze di consegna a domicilio dell’ordine. Non di meno, ha agevolato la user experience dell’utente. Lo ha aiutato a capire attraverso l’inserimento del CAP di appartenenza fino a dove la copertura del servizio fosse garantita e i passaggi da compiere per finalizzare l’ordine stesso.


I consigli utili per un buon testo
Scrivere microtesti non è semplice. Di sicuro serve allenamento, capacità di sintesi e una mentalità strategica.
“Pure?! “, vi starete chiedendo.
“Sì”, la risposta.
La scrittura di microtesti si presta al marketing e a tutte le strategie che lo riguardano tra cui la capacità di creare lead. Per questo motivo, bisognerebbe seguire una chiara architettura del testo, come se si creasse una gerarchia delle informazioni da quella più rilevante a quello che lo è meno come accade nel giornalismo. Altro aspetto importante riguarda il saper centellinare le info come se si volesse creare suspense o aspettativa senza perdere d’occhio l’obiettivo finale e cioè garantire comprensione a chi ci legge.

Microtesti e SEO
Anche Google è attento ai microtesti. Gli URL, ad esempio, devono essere semplici e sintetici. Allo stesso tempo lo devono essere il testo che accompagna una foto e gli anchor text, cioè le parole che rimandano il visitatore ad un link esterno al sito o ad un altra pagina dello stesso sito.
Questa pratica di creazione degli anchor text rientra nell’azione di link building di un sito e in ottica SEO, il testo usato riceve una classifica da parte dei motori di ricerca in ottica di apparizione rispetto ad altre parole.
Ma non è finita qui. Gli snippet, cioè i titoli e le descrizioni delle pagine(meta description) sono dei microtesti importanti perchè descrivono il contenuto della pagina e se scelti con cura sono correlati al meglio alla query dell’utente.
Conclusioni
Se sei riuscito ad arrivare fino a qui, spero che la lettura sia stata gradevole. Tirando le somme dell’argomento trattato si può capire come scrivere non sia semplice e che fare il copywriter o lo ux copywriter non è un lavoro semplice.
È necessario aggiornarsi di continuo e saper ascoltare le esigenze di chi legge senza dare nulla per scontato, mai.
E tu? Hai mai avuto a che fare con questi argomenti? Faccelo sapere!