Il Deepfake: il nuovo nemico della Rete

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Forse ne avrete sentito parlare o forse no, forse vi è passato davanti agli occhi e non ci avete fatto nemmeno caso, ma la verità è: sappiamo veramente cosa sono i Deep Fake?

Partiamo dal principio.

Come e dove nasce questo fenomeno?

Tutto iniziò nel Dicembre 2017, un utente scrisse “deep fake” nella didascalia di un video esplicito di una celebrità su Reddit. Lui stesso generò questi video usando l’intelligenza artificiale, inserendo il volto di una celebrità in un video vietato ai minori.

La settimana seguente, il web fu invaso da articoli che parlavano della pericolosità della manipolazione dei video per diffondere fake news e venne messa in dubbio la credibilità dei video per sempre.

che cosa sono i deep fake e perché ci dovrebbero interessare così tanto?

Il termine viene dal “deep learning” e “fake” – l’apprendimento dell’intelligenza artificiale con l’intenzione di creare un falso ben preciso.

In molti casi, questo si basa sulla video manipolazione che attraverso un software di analisi, ricerca il materiale interessato e lo estrae, infine inserendolo e adattandolo in un altro video. Questa tecnica si chiama Face Swapping ed è una delle tecniche più utilizzate nel DeepFake.

In realtà il “Face swapping” viene utilizzato, da anni, nei film ma ormai chiunque abbia una CPU potente, un po’ di dimestichezza con i dati, può tranquillamente creare un video falso.

Bastano un centinaio di semplici foto di un volto di una determinata persona e, attraverso un algoritmo, si può produrre un video di alta qualità senza tante doti di video editing – non mi sembra così tanto difficile reperire foto di una persona qualsiasi in questo mondo -.

Non voglio fare allarmismo ma dobbiamo rifletterci sopra.

Un proverbio cristiano diceva “ se non vedo, non credo”: in questo caso bisogna stare attenti a quello che si vede, perché credere poi è un attimo.

Faccio un esempio.

Video Deep Fake di Barack Obama

La prima volta che mi vidi questo video, fu quando mi apparse sul feed di Facebook e da quel momento mi dedicai a studiare questo fenomeno.

Guardando il video, ci si rende conto veramente di quanto è verosimile il deepfake; da qui a pensare a situazioni più drammatiche ci vuole un attimo.

Ma se viene veramente usata questa tecnica a scopo politico? Ormai ogni elezione può essere manipolata?

A qualsiasi capo di governo, celebrità attraverso il deepfake, potrebbero essere cambiate le parole e usate per i propri scopi.

Lo scenario politico-sociale non si prospetta dei migliori: potrebbero scoppiare guerre, fallire aziende e carriere politiche terminerebbero in men che non si dica.

Tutto è racchiuso nella premessa del video dove il falso Obama dice: “Stiamo entrando in un’era nella quale i nostri nemici possono far dire qualsiasi cosa, a chiunque, in qualsiasi momento”, aggiungendo inoltre “President Trump is a total and complete dipshit“.

Ho messo questo video che ha una finalità, dicevamo, educativa sul ruolo delle fake news nel mondo dove l’informazione è al 90% veicolata su Internet. Il video preso in esempio è un esperimento realizzato da Jordan Peele – attore, regista e sceneggiatore americano – con la collaborazione di Buzzfeed che ha utilizzato alcuni software già disponibili sul mercato come Fakeapp.

Ma se non riusciamo a contrastare le fake news, come possiamo a farlo con i video fake?

Stiamo avendo a che fare con una nuova evoluzione della rete e dei suoi contenuti: in una situazione di sovrabbondanza dell’informazione e di dati che ci distraggono e tengono costantemente impegnata la nostra attenzione.

Ma in Italia com’è la situazione?

In Italia, Il tema dei deep fake è stato trattato pochissimo e male, l’unica analisi di una certa rilevanza mediatica è stata trattato da parte il programma “Le Iene”, finora in tre puntate.

Nelle prime due è stato introdotto il deepfake come se fosse un gioco o qualcosa di innocuo con cui prendere in giro gli amici. Infine, nell’ultima puntata se ne è parlato con una cognizione di causa – finalmente – evidenziando i vari rischi e i possibili pregi di questa tecnica.

Deepfake

Tuttavia oltre a queste spezzoni televisivi, il governo si è già mosso da un po’: il Dipartimento della Difesa ha infatti notato alcune caratteristiche dei video deep fake che potrebbero aiutare nella progettazione di un sistema di intelligenza artificiale capace di riconoscere immediatamente l’esistenza di un contenuto artefatto.

In particolare è stato notato che i movimenti oculari di un video fake sono palesemente innaturali. Prima di tutto, ci fanno notare gli esperti, la costruzione di una rete digitale di simpatizzanti e militanti e la loro attivazione attraverso newsletter, permette un tempo di reazione minore in caso di attacco. In secondo luogo, bisognerà potenziare i meccanismi di monitoraggio dei contenuti virali online, perché un incendio può essere spento con più facilità se controllato alla radice.

In ogni caso, quel che rimane è un’ombra minacciosa, c’è il rischio – o già è così – di non essere più in grado di distinguere la realtà dalla finzione.

Per concludere, cito le parole del libro “Fake news: sicuri che sia falso? Gestire disinformazione, false notizie e conoscenza deformata” di Andrea Fontana – lettura caldamente consigliata – :

“Non viviamo infatti nel reale, ma nel “realistico” – il racconto mediato del reale fatto di link, post, hashtag, filtri, immagini e meme. Dove la “verità” è una “percezione” che si basa sui racconti credibili che ne facciamo.

Le regole della comunicazione sono profondamente cambiate, perché è mutato il concetto di realtà dentro cui siamo stati educati. Pensavamo che la realtà fosse classificabile in vera o falsa, mattoncini bianchi o neri, chiare verità e palesi finzioni [..]

Una nuova dimensione di vita dove il grande segreto, la recondita conoscenza posseduta da pochi è stata rivelata: la realtà è una credenza. Un mix costante tra immaginario, finzione e oggettività percepita dai sensi, che spesso ci ingannano.

Si tratta più di vero o falso, ma vero-falso insieme.”

Andrea Fontana – Fake news: sicuri che sia falso?

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