Marketing della paura: 3 campagne memorabili

Sai che la paura è una delle emozioni più potenti su cui fare leva? Proprio da questo nasce il marketing della paura di cui ti parliamo in questo articolo.
marketing della paura

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Cosa hanno a che fare il marketing e la paura?

La paura è una delle emozioni più potenti che possiamo provare, insieme alla rabbia. A volte può bloccarti completamente, farti diventare di pietra, impedendoti di agire. La paura è un po’ come Medusa, la Gorgone della mitologia greca che era in grado di pietrificare qualsiasi persona con lo sguardo, immobilizzandola per sempre. Essendo un’emozione caratteristica dell’uomo e utile per la sua sopravvivenza, sfruttarla a proprio vantaggio sarebbe molto efficace.

Da qui nasce il marketing della paura, basato per l’appunto su questa emozione.

Se utilizzata correttamente, questa tecnica, anche chiamata “fear arousing appeal“, permette di creare campagne molto efficaci, come nel caso di Apple che abbiamo analizzato in questo articolo qui.

Continua a leggere questo articolo per scoprire altre campagne molto potenti!

L’emozione della paura ha radici molto profonde

paura

Sai che la paura è tra le emozioni che più hanno contribuito alla sopravvivenza dell’essere umano e di tanti altri animali nei millenni? Senza questa, infatti, l’uomo compierebbe azioni davvero molto pericolose, mettendo a rischio la sua incolumità.

Il meccanismo biologico della paura

Quello della paura è un meccanismo molto complesso, che mette in allerta tutto il corpo e che lo prepara per un’eventuale “fuga”. All’interno del nostro organismo, infatti, succede questo: vengono messe “in pausa” o rallentate le funzioni non essenziali al momento, come la digestione, e tutta l’attenzione viene concentrata sul sistema cardio-polmonare e sui muscoli.

Questo avviene proprio per essere pronti a scappare nel caso si verificasse la situazione di pericolo che la mente ha captato.

La fuga, però, non è l’unica reazione che il corpo può avere; ecco perché non è prevedibile ciò che farà il corpo. Le altre reazioni naturali, infatti, sono quella del freezing, ovvero del “congelamento”, e del faint, ovvero della “finta morte”: è questo il motivo per cui a volte, quando siamo spaventati, non riusciamo ad agire.

3 famose campagne di marketing della paura

Come ti abbiamo promesso all’inizio di questo articolo, ti presentiamo alcune campagne marketing che devono il loro successo al sentimento di paura evocato. Lo sfruttamento di questa emozione naturale e spontanea, infatti, a volte ha creato iniziative di marketing molto efficaci, poiché la paura è un’arma utile per la persuasione dell’utente. 

Curioso di scoprirle tutte? Iniziamo!

SimpliSafe: la paura è ovunque

Che la paura sia ovunque è un dato di fatto: basta accendere la TV durante il telegiornale per avere una conferma. Il quantitativo di notizie negative, infatti, supera di gran lunga quello delle positive, rendendoci inquieti e scatenando in noi un forte sentimento di ansia.

Se dovessimo prendere troppo sul serio tutte le notizie che sentiamo e che leggiamo, infatti, potremmo rimanere immobilizzati dalla paura di agire e di fare qualcosa di sbagliato. Addirittura uscire di casa potrebbe spaventarci.

A rincarare la dose ci pensa SimpliSafe, un brand che si occupa di sicurezza in casa, il quale ha presentato, durante il Super Bowl 2019, uno spot che fa leva proprio sulla paura.

Il video mostra gli effetti collaterali della sovraesposizione alle notizie negative, che ci intimoriscono o terrorizzano, anche se a volte estremizzate o non del tutto veritiere. 

La paura è ovunque” ma SimpliSafe, in questo caso, vuole porsi sul piano di chi può salvare la situazione, perlomeno dentro le mura di casa. 

Penny market: aggiustare le crepe

La seconda campagna che si basa sul marketing della paura che analizziamo è quella di Penny Market, una catena di supermercati tedesca, mandata in onda durante il periodo natalizio del 2022. Questa campagna è davvero molto immersiva e scatena la sensazione di paura nello spettatore.

La protagonista indiscussa dello spot è una signora anziana che vive sola e che vede tutto il mondo attorno a sé crollare. Metaforicamente le crepe simboleggiano i vuoti che questa signora ha nella sua vita, primo fra tutti la mancanza di persone che la circondano. Lo spot termina con la visita di un ragazzo che sembra aggiustare tutte le crepe e far passare la paura.

Il messaggio che è stato trasmesso con la campagna è quello di non lasciare queste persone sole e di parlare, quindi, con i vicini, che a volte non si conoscono nemmeno. 

CDC: Consigli da ex fumatore

CDC, ovvero Centers for Disease Control and Prevention, tocca il cuore delle persone con un messaggio fortissimo.

Lo spot, raccontato in prima persona da una ex fumatrice, mostra la sua routine quotidiana in seguito al cancro: prima mette la dentiera, poi la parrucca e, infine, il dispositivo che le permette di parlare.

Tutto questo per sensibilizzare sulla dipendenza da fumo, che ha causato a tantissime persone il cancro, costringendole a vivere una vita “a metà”.

La potenza del marketing della paura

paura sociale

Come abbiamo potuto vedere insieme in questi esempi, il marketing della paura viene utilizzato molto spesso per sensibilizzare su tematiche importanti. Fra questi troviamo le dipendenze, la sicurezza e le relazioni. Si potrebbero fare tanti altri esempi, ma abbiamo deciso di inserire questi tre per mostrarti dei casi davvero molto efficaci e memorabili. 

Dopo aver letto questo articolo, presta attenzione: le campagne di marketing della paura sono più di quanto tu possa immaginare.

Ti sei mai imbattuto in campagne del genere?

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