“Safer Internet Day”, la sicurezza in rete e i Facebook Files

L'Internet Safer Day ci fa riflettere sull'uso di Internet. Siamo veramente più consapevoli dopo gli episodi e lo scandalo Facebook Files?

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Oggi possiamo ritenerci fortunati per la nostra cognizione di Internet. Tra la sensibilizzazione sui temi e l’informazione sugli eventi, siamo sempre più coscienti di come difenderci e di come difendere gli altri online. Negli ultimi anni abbiamo avuto l’occasione di imparare sempre di più da ciò che accade in rete. Per questo ogni anno celebriamo il Safer Internet Day. Ma sarà stato anche lo scandalo Facebook Files a renderci più consapevoli?

Internet Safer Day

Il Safer Internet Day

Il Safer Internet Day, conosciuto anche come SID, viene promosso nel 2004.
Giorno dopo giorno realizziamo l’obiettivo posto dall’Unione Europea nel momento in cui decise di istituire questa giornata internazionale. Stiamo proprio parlando della sensibilizzazione di un tema che oggi più che mai è parte importante e addirittura vitale delle nostre giornate. Nel corso degli anni abbiamo amato e temuto questo pazzesco mondo digitale che ci ha permesso di andare avanti come non mai. Lo abbiamo amato perché è stato in grado di semplificare le nostre vite e di unirci sempre di più. Lo abbiamo temuto perché ci ha fatto sentire esposti a pericoli che prima di Internet forse non conoscevamo.

Come ben sappiamo Internet è vario, e la sua vastità dipende dai contenuti che cerchiamo e che ci interessano. È proprio questo il motivo per cui dobbiamo sempre stare attenti ad ogni nostra mossa; il suo essere vasto ci espone anche a dei rischi. Dobbiamo infatti assicuraci che Internet non diventi mai un’arma.

Politici, scuole e aziende per il SID

Il Safer Internet Day è diventato nel corso degli anni un appuntamento importante per tutti coloro che si impegnano per migliorare la sicurezza online. È diventata una giornata molto apprezzata da aziende, organizzazioni e scuole in grado di coinvolgere tutti. Particolare è l’attenzione per i giovani, alla sensibilizzazione di temi che non dovrebbero essere scontati.

Infatti, in occasione della giornata mondiale per la sicurezza in rete dello scorso 8 febbraio 2022 è stato organizzato un webinar. Ci hanno pensato il Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri e l’istituto IRPPS del CNR. All’evento hanno partecipato istituzioni, decisori politici, esperti, influencer, giovani, attivisti dello Youth Panel e la dirigente del Dipartimento Educazione di Save the Children. Anche la famosa azienda Unieuro ha deciso di fare la sua parte sulla sensibilizzazione di Internet, dando vita all’iniziativa #cuoriconnessi contro il cyberbullismo insieme alla Polizia di Stato.

Instagram ha dedicato una sezione al SID 2022 con una serie di consigli verso la sensibilizzazione in cui esso stesso è coinvolto. Il social ha ricordato i vari episodi di profili hackerati e rubati ed ha consigliato di attivare il Security Checkup, introdotto durante la scorsa estate. Instagram non è stato l’unico social a stilare una lista di consigli utili. Infatti, anche Twitter ha scritto ed evidenziato una lista di 10 cose da fare per aumentare la propria sicurezza online.

Il Safer Internet Day non punta solo a sensibilizzare sui comportamenti da tenere su Internet, ma anche sul suo utilizzo. Non stiamo parlando in questo caso di privacy e sicurezza contro gli eventuali hacker, ma su ciò che noi stessi pubblichiamo, scriviamo e facciamo online. Ormai è più che chiaro che se una cosa finisce su Internet è improbabile che ne esca fuori. Un esempio potrebbe essere una nostra foto cancellata anni fa da Facebook che ci ritroviamo su Google non appena cerchiamo il nostro nome; eppure quella foto l’avevamo cancellata da anni.

Parlando di foto ci viene purtroppo in mente un fenomeno veramente pericoloso e deplorevole, ovvero il Revenge Porn. Si tratta di un argomento discusso moltissimo in questi ultimi anni nella speranza di riuscire ad annientarlo una volta per tutte. Volevamo però soffermarci su un altro evento piuttosto recente che ci sta rendendo ancora più consapevoli sulla sicurezza che dovrebbe essere mantenuta in rete.

Lo scandalo dei Facebook Files

The Facebook files è un’inchiesta del Wall Street Journal che ha avuto accesso a documenti interni della società di Menlo Park, attraverso i quali siamo venuti a conoscenza che non a tutti gli utenti è riservato lo stesso trattamento. Mark Zuckerberg dice di non fare nessuna discriminazione nel controllo dei contenuti degli utenti. Ha affermato che Facebook rimuove oltre il 94% degli Hate Speech ancor prima che sia un utente a segnalarli. Vari controlli hanno confermato però il contrario, grazie anche ad un’ex dipendente che ha denunciato l’azienda.

Infatti la realtà è che la rimozione di questi Hate Speech sta solo al 5%. Tali azioni hanno causato danni sociali e politici in diversi Paesi del mondo, e di conseguenza una totale assenza di sicurezza per gli utenti. Si tratta, secondo molti, di una trascuratezza voluta per ragioni di profitto. Zuckerberg era intervenuto personalmente riguardo una legge repressiva vietnamita sul cancellare i contenuti anti-stato dalle piattaforme Facebook e Instagram. Motivo per cui secondo il presidente della compagnia la sicurezza non è stata veramente trascurata come molti affermano.

Quali sono le conseguenze?

La mancanza di adeguati controlli ha permesso negli ultimi anni la possibilità di commettere reati gravi di criminalità organizzata allo scoperto in rete. Un esempio è l’uso da parte del Cartello messicano per reclutare sicari. Sono tante anche le Fake News non controllate. Alcune di queste affermavano che Hillary Clinton coprisse dei circoli pedofili o che Donald Trump paragonasse i richiedenti di asilo a degli animali.

Sono ancora parecchi i contenuti di incitamento alla violenza non controllati adeguatamente perché fanno parte delle white list. Infatti gli utenti che si trovano nella white list non subiscono nessuna conseguenza nel caso in cui dovessero pubblicare qualcosa che va contro le regole. Anzi, anche se XCheck ritiene che un utente stia violando il regolamento non lo elimina, ma lo segnala ad ulteriori controlli al team apposito. Purtroppo tali controlli non sempre avvengono, e contenuti che dovrebbero essere rimossi rimangono in bella vista da tutti.

Un caso risale al 2019, quando Neymar viene accusato di stupro. Succede che il famoso calciatore pubblica sui social gli screen delle chat con la donna, all’interno dei quali vi erano anche foto nude di lei. Il contenuto sarebbe dovuto essere eliminato subito, ma dato che il famoso calciatore era nella white list, ciò non è avvenuto. Questo appena citato è solo uno dei tanti casi in cui politici e personaggi famosi non hanno ricevuto conseguenze per via di questo “trattamento speciale”. Sono più di 6 i milioni di utenti “immuni” ai controlli di XCheck.

Il portavoce di Facebook, Andy Stone, ha cercato di giustificare il sistema, seppur assecondando le critiche. Ha affermato che è il suo scopo era creare un passaggio di controllo supplementare per quei contenuti che hanno bisogno di ulteriori controlli. La società è continuamente al lavoro per eliminare i problemi. Purtroppo però la situazione continua ad essere grave principalmente nei mercati emergenti.  È proprio lì che Facebook non è in grado di reprimere gli episodi di traffico di esseri umani organizzati.

Perché?

Sorge quindi spontanea la domanda: per quale motivo sta succedendo tutto questo ad un’azienda di un tale successo? La verità è che Facebook ha investito circa 13 miliardi di dollari nella sicurezza. Ma non è stato in grado di distribuire attentamente tali operazioni. Ciò ha causato un grande sbilanciamento nella sicurezza. Alcuni Paesi sono correttamente protetti, mentre altri Paesi no. In questi ultimi infatti mancano dei moderatori in grado di identificare le attività losche.

L’ex dipendente ha deciso di denunciare anche la manipolazione dei dati dei giovani. Proprio in questo modo la compagnia ha guadagnato influenzando anche la quotazione delle sue stesse azioni in mercato con informazioni false. La manipolazione dei dati non è stata l’unica. Infatti ad essere manipolato è anche il numero degli utenti iscritti e attivi.

Il futuro della sicurezza in rete

Il caso Facebook Files ci fa riflettere su ciò che non conosciamo della rete. Tutte le nostre azioni hanno delle conseguenze, sui noi stessi e principalmente anche sugli altri. Sappiamo bene che sono in tante le vittime di violenze, cyberbullismo, minacce, revenge porn e diffamazione. Sappiamo anche che spesso tali contenuti impiegano un bel po’ di tempo prima di essere eliminati. Perciò, dopo questo scandalo, solamente la nostra coscienza e il nostro buonsenso possono guidarci nel rendere la rete un posto sicuro per tutti.

Viene effettuata ogni anno una ricerca sull’utilizzo di Internet. Condotta da Generazioni Connesse in collaborazione delle Università Sapienza di Roma e Università degli Studi di Firenze, insieme a Skuola.net. Secondo la ricerca, negli ultimi due anni l’utilizzo di Internet è sceso dal 18% al 12% a inizio 2022. Si crede però che aumenterà, e potremmo parlarne durante il Safer Internet Day del 2023 che si terrà il 7 febbraio.

Si ritiene inoltre che entro la giornata del SID 2023 diventeremo più consapevoli, in quanto molti giovani stanno sfruttando le conoscenze sui meccanismi nella rete. Ci si augura che entro l’anno prossimo fenomeni come il cyberbullismo e il revenge porn vengano annientati. Siamo entrati nel 2022 da quasi tre mesi, e comunque i dati degli intervistati vittime di questi fenomeni stanno al 7%. Non sono solo i giovani ad essere coinvolti, ma chiunque frequenti la rete, indipendentemente dall’età. Vedere le cose positivamente ci lascia sperare che tutti possano non solo comprendere i rischi ma diventare anche più empatici.

www.saferinternetday.org

In conclusione

Entro il Safer Internet Day 2023 vogliamo avere la certezza di poter vivere in una rete più sicura. Perciò, nell’attesa anche noi dobbiamo fare la nostra parte. Non dobbiamo mai dimenticare che spesso ciò che si pubblica o si scrive su internet può ferire qualcuno più di altri. Per questo motivo dovremmo la nostra convivenza insieme alla rete, nella speranza di vivere più consapevoli.

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