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Introduzione
Si scrive social media manager, si legge imprenditore.
Solo una provocazione?
In parte sì, in parte no. Il lavoro dell’imprenditore è sicuramente più complesso, ma le analogie con la professione di Social Media Manager non sono poche, e soprattutto non sono banali.
Rapporto con gli obiettivi
L’imprenditore è sicuramente una figura orientata al risultato e dedita agli obiettivi da raggiungere. Per far ciò si avvale di moderni strumenti quali “cruscotti” aziendali e CRM (Customer Relantionship Management). Deve tenere sempre sotto controllo tutti le KPI e agire nel momento in cui un indicatore si discosta sensibilmente da quanto pianificato.
Anche il Social Media Manager è orientato agli obiettivi, quest’ultimi magari risultano più frammentati. In sede di brief iniziale con il cliente e nella redazione del piano editoriale, gli obiettivi stabiliti sono di natura quantitativa e qualitativa.
Ciò implica una ulteriore complessità: Quali sono le metriche da considerare per raggiungere risultati di natura qualitativa?
Queste sono domande da porsi perché sbagliare indicatori da tenere sott’occhio significa navigare alla ceca.
Nel marketing, come nell’imprenditoria, non esiste nulla di migliorabile se non è misurabile.
Il social media manager controlla l’andamento delle metriche quasi quotidianamente attraverso gli insights messi a disposizione dalle piattaforme e apporta le modifiche necessarie, anche in corso d’opera, al fine di raggiungere di obiettivi prefissati.

Gestione dei processi
Passiamo alla gestione dei processi.
L’imprenditore è un organizzatore seriale, pianifica le attività e fa funzionare gli ingranaggi aziendali, scegliendo le giuste risorse umane, dettando i tempi e creando sinergie.
Delega quanto necessario, responsabilizza i suoi collaboratori, ma mantiene una visione d’insieme coerente, facendo procedere ogni reparto aziendale come un’unica unità coesa.
Il social media manager ha necessità di mantenere una visione d’insieme per non perdere la bussola della strategia di comunicazione aziendale improntata.
La presenza social dell’azienda committente difficilmente si limita nel presidiare un solo canale comunicativo. Ogni piattaforma necessita di un proprio stile comunicativo, contenuti e grafiche, e il professionista in questione deve essere in grado di personalizzare il contenuto per ogni social, pur sempre mantenendo una comunicazione unitaria e coerente.
Inoltre, nella gestione di un progetto comunicativo, il social media manager si trova spesso a doversi interfacciare con una serie di figure all’interno del team, occupandosi di coordinare il lavoro di attori con competenze diverse.
Questo richiede notevoli soft skills che siamo soliti considerare preponderanti nell’attività imprenditoriale quali leadership, carisma e empatia.

Consapevolezza del tempo
L’imprenditore sa gestire il suo tempo, tra scadenze da rispettare, appuntamenti e imprevisti.
Il tempo è una risorsa preziosa, ben lo sapeva Taylor con la sua organizzazione scientifica del lavoro.
Ad oggi esistono metodi più raffinati per la pianificazione delle tempistiche, ma ogni imprenditore sa quanto è importante gestire il tempo dei processi, in particolare, saperlo misurare in termini di costo-opportunità. Da queste considerazioni ne derivano altre di ampio respiro, quali la scelta di internalizzare o esternalizzare determinate attività.
Anche per il social media manager il tempo è un asset fondamentale.
Gestire il tempo significa programmare, e niente come le strategie di marketing hanno bisogno che le attività vengano pianificate e scandite nel tempo con rigore e attenzione. Il piano editoriale nasce anche per questo, formalizzare attività e distribuirle nel tempo.
D’altronde, come tutti i marketers ben sanno, nel quotidiano non si fanno strategie, al massimo si possono solo compiere integrazioni.

Nel quotidiano di un social media marketer più che dare risalto al tempo, lo si dà al tempismo con il quale si realizzano pratiche quali Real Time Marketing e attività di moderazione dei presidi social.
Rapporto con il fallimento
Un altro aspetto che sicuramento accomuna le due figure è il rapporto con il fallimento.
La strada per fare impresa è lastricata di errori, ci si può fare male, inciampare e incontrare difficoltà.
Nota positiva?
Il fallimento insegna.
Gli errori sono istruttivi, capire che cosa non ha funzionato aiuta a mettere a punto strategie più efficaci. Il fallimento è solo un ulteriore passo verso l’affinamento della propria idea imprenditoriale.
Il social media manager è a stretto contatto con tanti piccoli fallimenti giornalieri.

È facile sbagliare strategia, creare copy e grafiche che non convertono.
Nei social media non esiste una strategia migliore scritta da manuale, ma esistono tuttalpiù delle best practies.
Individuare le giuste combinazioni tra copy, grafica e target è un’attività incerta, bisogna procedere per tentativi, analizzare gli errori e aggiustare la rotta.
Basti pensare che anche il potentissimo algoritmo di Facebook va incontro ad una fase di apprendimento per l’ottimizzazione di un gruppo di inserzioni, figuriamoci noi comuni marketers mortali.
Per nostra fortuna ci vengono incontro gli a/b test e questo è un gran sollievo.
Caratteristiche caratteriali
Passiamo infine a considerare le caratteristiche caratteriali che accomunano gli imprenditori con i social media manager.
L’impresario ha visione, sa cogliere opportunità dove altri non vedono nulla, oltre i propri orizzonti temporali e di settore.
L’imprenditore è curioso, studia ogni dettaglio e valuta ogni possibilità, mantiene viva la curiosità del bambino di pascoliana memoria che è dentro ognuno di noi. L’imprenditore ha il fuoco dentro, la passione e la dedizione totale per la sua impresa.
La settimana lavorativa di un imprenditore si dilata, è un continuo divenire di occasioni da cogliere e problemi da risolvere, è quindi necessario credere fortemente nella propria attività e perseguire una volontà di autorealizzazione con costanza e determinazione, sapendo che le soddisfazioni possono tardare ad arrivare per molto tempo.

Anche il social media manager dimostra visione, curiosità e passione.
La curiosità, a dire il vero, fa proprio parte della cassetta degli attrezzi di un SMM.
Per fare questa professione è necessario mantenere uno spirito curioso per esaminare le novità che nel mondo digital sono all’ordine del giorno.
L’aggiornamento continuo è necessario così come l’analisi delle strategie dei concorrenti per cogliere tutte le opportunità. Essere professionisti significa anche essere capaci di osservare le tecniche di comunicazione utilizzate con successo in altri settori e reinventarle in quello di interesse.
Il social media manager sperimenta, immaginando interazioni e un susseguirsi di azioni che devono poi portare al risultato comunicativo sperato, compiendo una forte attività di astrazione mentale.
Infine, ciò che è certo, è che non può esistere un social media manager senza passione.

Questo perchè il social media marketing è un’attività quotidiana che non si limita alla redazione della strategia; bisogna “vivere” sui social media per moderare i commenti correttamente, per aggiornarsi, per prendere l’ispirazione e replicare creatività che funzionano.
Work-life balance di un social media manager
Questo “vivere” sui social conduce inevitabilmente ad una dilatazione della giornata lavorativa standard di un social media manager.
Per non essere risucchiati dal lavoro bisogna saper gestire i tempi di lavoro e programmarsi delle pause.

Il difficile per un social media manger è trovare un equilibrio tra sfera professionale e sfera privata, in un contesto in cui le conversazioni digitali si rinnovano ininterrottamente ventiquattr’ore su ventiquattro.
Ma è ancora giusto ragionare in questi termini?
Forse bisogna smettere di parlare di work-life balance e concentrarci sul concetto di qualità di vita, chiederci quanto in fondo questa vita ci calzi.
Il focus non deve essere più incentrato sul tempo e su come viene gestito, ma sul livello di soddisfazione personale raggiunto.
Una riflessione finale
Questo articolo non deve essere considerato un’ode ad una delle professioni più discusse di sempre.
In questa sede si vuole solo porre l’accento su come la professione di Social Media Manager nasconda complessità di rilievo, che non sono visibili ai più.
Questa figura non si limita semplicemente ad aggiornare i presidi social aziendali attraverso post e stories, in realtà queste azioni sono solo gli ultimi anelli di una catena che inizia con l’incontro con il committente e lo sviluppo di un brief.
Troppo spesso ci si dimentica di come le pagine social dell’impresa/brand siano a tutti gli effetti asset aziendali, con un loro valore economico, strategico e di comunicazione, e la cui gestione necessita di una chiara pianificazione. Questo è forse il punto focale su cui opera un social media manager: preservare quel valore e se possibile incrementarlo.

Stiamo parlando di una professione giovane, la cui importanza nel sistema economico odierno stenta ancora di essere riconosciuta a pieno titolo.
Una figura che paga forse la mancanza di un albo professionale che la possa difendere da pratiche di concorrenza scorrette, e che la nobiliti quale professione lavorativa che necessita di studio e di competenze specifiche per essere praticata.